Il 10 novembre 2017, S & P Global Ratings ha aumentato il rating a lungo termine sulla Città metropolitana di Roma da ‘BBB-‘ a ‘BBB’, con outlook stabile a seguito di analoga azione sulla Repubblica Italiana.
Pur valutando il profilo di credito autonomo di Roma a ‘bbb +’ (Stand Alone Credit Profile), il rating sulla Città metropolitana di Roma viene livellato sull’Italia per effetto dell’impatto diretto delle politiche nazionali sulle scelte dell’Ente.
La Città metropolitana ha difatti capacità limitate di opporsi alle riforme del governo centrale e di incidere sui tagli di spesa e sulla propria struttura delle entrate, concentrata sul mercato automobilistico (lievemente aumentato nel 2016). Scenario da cui parte anche la valutazione puntuale di FitchRatings, che nello stesso giorno comunica l’abbassamento del rating per l’ente metropolitano da BBB a BBB-. Su di esso incide l’ancora incerto quadro istituzionale e l’entità dei trasferimenti allo Stato che, in assenza di interventi correttivi, si stabilizzeranno in 305 milioni dal 2017 in poi, compensati solo in parte dai trasferimenti statali per specifiche destinazioni (53 milioni nel 2016 che dovrebbero diventare 118 nel 2017).
Fitch sottolinea inoltre che, dopo anni di scarsi investimenti, la Città metropolitana ha maturato pesanti lacune infrastrutturali su scuole e strade e prevede che l’ente potrà finanziare solo minime spese in conto capitale utilizzando l’avanzo di bilancio. Ne deriva che gli ulteriori investimenti dovrebbero essere totalmente finanziati dai livelli superiori di governo con risorse dedicate dal momento che l’ente non prevede il ricorso all’indebitamento.
“Si tratta di una conferma di quanto denunciamo da sempre – ha dichiarato la Sindaca della Città metropolitana di Roma, Virginia Raggi. L’ottenimento del riparto di fondi Anci in attuazione dei decreti dei mesi scorsi è un piccolo passo, e arriva in ritardo rispetto alla capacità di programmazione che servirebbero per le scuole, strade e tutela ambientale, per le quali servirebbero più risorse di quelle disponibili. Aver gestito in modo oculato le risorse, aver ridotto la spesa del personale a norma di legge e aver mantenuto in pareggio il bilancio, con l’allineamento degli impegni di spesa alla portata delle entrate, sono fattori positivi, ma, come le altre realtà metropolitane, Roma risente dell’incertezza su tempi e entità delle risorse che il Governo centrale sceglie di destinare. Se non viene fatta, da subito – conclude la raggi – una scelta seria e di prospettiva per questi enti, è evidente che, come già vediamo ogni giorno, i servizi che svolgono le Città metropolitane non saranno più sostenibili, e ne pagheranno le conseguenze, già evidenti, gli stessi cittadini”