Più prevenzione per i ragazzi under 24. Il Consiglio Metropolitano ha approvato ieri all’unanimità la mozione, presentata dal Consigliere Delegato Federico Ascani, che impegna l’Ente a sostenere presso la Regione Lazio, che legifera in materia, l’inserimento nell’offerta sanitaria pubblica della prevenzione urologica per i ragazzi tra i 14 e 24 anni, istituendo presso Ospedali e Aziende Sanitarie del territorio della Città Metropolitana unità operative specifiche.
Il tema, che dovrebbe essere pari e complementare alla prevenzione ginecologica prevista per le giovani donne, è spesso sottovalutato. Per i ragazzi mancano a livello nazionale programmi di prevenzione, campagne di sensibilizzazione e strutture idonee dove poter fare prevenzione e cura, e i controlli dipendono unicamente dalle scelte e dalle disponibilità delle singole famiglie.
In Italia, per una serie di motivi storici e resistenze culturali, i ragazzi non vengono seguiti come le ragazze durante lo sviluppo puberale. L’unico screening di massa in Italia veniva effettuato durante leva militare: alla visita dei tre giorni, il 70% dei ragazzi presentava patologie genitali più o meno gravi.
“La questione non è solo medica – sottolinea il Consigliere Federico Ascani, Delegato alle Politiche giovanili, educative, della cultura e sociali – ma anche psicologica e sociale, perché i ragazzi, lasciati da soli, tendono a sottovalutare i sintomi e a non parlarne, impedendo quindi il trattamento delle patologie. Senza la giusta conoscenza, non acquisiscono comportamenti responsabili ed espongono se stessi e gli altri ad ulteriori rischi per la salute. L’assenza di adeguate strutture di assistenza non può che peggiorare questo già difficile approccio a un tema così delicato.
“La mozione, che il Consiglio ha approvato all’unanimità – conclude Ascani – dà quindi mandato alla Città Metropolitana di attivarsi presso la Regione Lazio affinché nel territorio che rappresentiamo sia possibile recuperare questo gap dell’assistenza sanitaria, offrendo ai ragazzi dai 14 ai 24 anni servizi analoghi a quelli previsti per le ragazze. Contribuiamo così ad elevare la qualità dell’offerta sanitaria regionale e a far nascere dal nostro territorio una buona pratica, di cura come di crescita culturale per i giovani, da esportare in tutto il territorio nazionale”.