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“Biblioteche in coworking”. Città metropolitana di Roma Capitale: realizzare una rete dei servizi bibliotecari metropolitani

27 Maggio 2016

Creare una rete di servizi bibliotecari metropolitani: questo l’intento della Città metropolitana di Roma Capitale, che a marzo scorso ha approvato una delibera di indirizzo per la definizione di un sistema bibliotecario policentrico, per mettere in rete le strutture presenti nel territorio, mettendo a sistema le singole realtà e favorendo ulteriori processi di aggregazione.

L’obiettivo è quello di realizzare sistemi strutturati di gestione dei servizi pubblici in ambito metropolitano, nell’ottica di un efficientamento complessivo degli stessi e di una strategia che integri le politiche culturali, sociali e di promozione territoriale a partire dalle realtà già esistenti, rispettandone la storia e l’autonomia, ma valorizzandole in un’ottica di rete.

Di opportunità e criticità nel percorso di costruzione del nuovo sistema bibliotecario, si è parlato ieri a Villa Altieri.

L’occasione per realizzare la sperimentazione potrebbe arrivare con l’atteso avviso regionale, rivolto ai sistemi del territorio regionale, mirato a favorire le aggregazioni tra i soggetti operanti nei servizi culturali.

L’ipotesi di un modello policentrico è stata presentata da Ester Dominici, direttore del Consorzio Sistema bibliotecario Castelli Romani. Tre potrebbero essere i “nodi” del sistema: la singola biblioteca, elemento di prossimità al territorio ed erogatore diretto dei servizi ai cittadini; il sistema territoriale, quale nodo di raccordo e di supporto in un ambito definito; il sistema metropolitano, luogo di coordinamento e di gestione dei servizi trasversali su tutto il territorio.

Esperienze anche da altre realtà metropolitane. Gianni Stefanini, Direttore del Consorzio Sistema bibliotecario nord ovest di Milano, ha illustrato l’analogo progetto avviato in Lombardia, i cui percorsi di cooperazione multipli e già avviati su scala regionale possono fornire spunti e condividere finalità con quanto si intende sperimentare nell’area romana.

Tra i vantaggi che possono derivare al territorio e alla comunità, il potenziale “plusvalore” che Luciano Hinna vede nel sistema di co-working bibliotecario quale fattore di innovazione e di efficientamento, oltre che di rafforzamento dell’identità “comunitaria” di chi vi opera e di chi ne fruisce, e le opportunità di connessione tra globale e locale, che, come ha spiegato Anna Galluzzi, della Associazione Italiana Biblioteche, possono derivare da un sistema integrato che leghi innovazione tecnologica dei processi e salvaguardia delle specifiche identità culturali.

Il processo, tuttavia, potrebbe incorrere in difficoltà operative, risentendo dell’incertezza istituzionale oltreché delle difficoltà di integrazione tra sistemi esistenti che, secondo, Cristina Selloni, direttore della Istituzione Biblioteche di Roma, non si prestano ad una gestione “ a rete” come  quella proposta.