La flora
Di grande valenza naturalistica sono le zone umide e i fossi, lungo i quali si sono depositati sedimenti alluvionali limo-argillosi e si è sviluppata una estesa vegetazione igrofila. In prossimità delle linee di impluvio sono presenti l’olmo campestre (Ulmus minor), l’olmo montano (Ulmus glabra) e il rovo comune (Rubus ulmifolius); in corrispondenza di accumuli d’acqua vegetano il fico (Ficus carica), il sambuco (Sambucus nigra) e l’equiseto massimo (Equisetum telmateja). Molte le specie erbacee favorite dall’accumulo di nitrati, come la bietola (Beta vulgaris) e il giaggiolo puzzolente (Iris foetidissima). Altre specie frequenti sono il luppolo (Humulus lupulus) e la menta (Menta suaveolens).
Individui isolati o esigui raggruppamenti di salice (Salix alba) e di pioppo nero (Populus nigra) si rinvengono con scarsa frequenza, in genere alla confluenza di due o più linee di impluvio, dove il ristagno d’acqua maggiore (Fosso M. Mancini, V. Cavallara, depuratore F. Trentani). Molto più raramente appaiono individui di pioppo bianco (Populus alba) ed esigui popolamenti di carice maggiore (Carex pendula). La presenza di tali residui testimonia il persistere di processi naturali di ricostituzione della vegetazione igrofila originaria, drasticamente ridotta nel Lazio dalla regimazione delle acque e dalle bonifiche.
Ad esclusione del bosco mesofilo di Parco Trentani – Selva Cavalieri, i frammenti forestali sparsi nel territorio della Riserva sono costituiti da cerrete. L’albero dominante è il cerro (Quercus cerris), accompagnato da carpino orientale (Carpinus orientalis), orniello (Fraxinus ornus), acero oppio (Acer campestre), a volte carpino nero (Ostrya carpinifolia), corniolo (Cornus mas), evonimo (Euonymus europaeus), edera (Hedera helix), caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca) e, fra le erbacee, l’euforbia delle faggete (Euphorbia amygdaloides).
Fra Colle Cialtroni e il depuratore di Fondo Trentani, si trovano le ultime tracce di continuità con la vegetazione dell’area cornicolana, testimoniata in particolare dalla presenza della specie protetta dello storace (Styrax officinalis L.) “elemento essenziale delle biocenosi del territorio laziale” ai sensi della L.R. 61/74, art. 3.
La fauna
Il territorio della Riserva naturale di Nomentum si presenta come un’area estremamente variegata e frammentata: la presenza di numerosi corsi d’acqua la rende idonea ad ospitare svariate specie di rettili ed anfibi mentre nella zona forestale, nelle aree steppiche e nei coltivi sono presenti molte specie di piccoli mammiferi e di uccelli.
L’erpetofauna comprende specie quali, tra gli anfibi, la rana verde minore (Pelophylax lessonae), il rospo comune (Bufo bufo), il rospo smeraldino (Bufo viridis), i tritoni (Triturus carnifer e T. vulgaris) e, tra i rettili, il ramarro (Lacerta viridis), le lucertole (Podarcis muralis, P. sicula), la biscia d’acqua (Natrix natrix) e il biacco (Hierophis viridiflavus). Lungo i corsi d’acqua è stata rinvenuta la rara salamandrina dagli occhiali (Salamandrina tergiditata), interessante endemismo appenninico descritto dal Conte di Lacépède nel 1788. Questo piccolo Urodelo generalmente notturno, dalla caratteristica colorazione rosso vivo di parte degli arti e della coda, vive nei boschi di querce e misti. E’ una delle specie di Anfibi di interesse comunitario indicatrice di ambienti con un buon grado di naturalità.
Tra i mammiferi presenti all’interno della riserva si possono osservare la volpe (Vulpes vulpes ), il ghiro (Myoxus glis), la donnola (Mustela nivalis) e la faina (Martes foina), mentre tra gli insettivori è rilevante la presenza del riccio (Erinaceus europeus ), della talpa (Talpa romana) e di numerose specie di roditori e di toporagni. Tracce di istrice (Hystrix cristata) sono state rinvenute in varie aree forestali tra cui M. San Biagio e Macchia Mancini.
L’avifauna è riccamente rappresentata e rispetta quella tipica dell’Italia centrale. Le caratteristiche fisionomico-strutturali del bosco Trentani consentono l’insediamento di comunità complesse: tra i piciformi è presente il picchio rosso maggiore (Picoides maior), il picchio verde (Picus viridis) e il picchio muratore (Sitta europea). Quest’ultima specie è estremamente vulnerabile alla frammentazione ed all’isolamento del proprio abitata, conseguentemente è sempre più rara e localizzata nelle aree planiziarie e collinari. Il suo rinvenimento costituisce un dato di grande valore ecologico, ma che mette in guardia circa la vulnerabilità del bosco Trentani, dove è stata segnalata. I passeriformi sono rappresentati da svariate specie tipicamente forestali quali lo scricciolo (Troglodytes troglodites), la cinciallegra (Parus major), la cinciarella (Parus caerulus), l’usignolo (Luscinia megarhynchos), il fringuello (Fringilla coelebs), l’upupa (Upupa epops). Tra i rapaci notturni che nidificano nell’area si possono udire la civetta (Athene noctua), l’allocco (Strix aluco) e l’assiolo (Otus scops) mentre nelle ore diurne è possibile avvistare il gheppio (Falco tinnunculus) e la poiana (Buteo buteo).