La flora
La vegetazione, composta in prevalenza da specie di ambiente umido, varia in relazione al grado di salinità dell’acqua. I sali disciolti nell’acqua marina, infatti, danno luogo alla cosiddetta “aridità fisiologica”, che porta le cellule a perdere acqua per osmosi: le specie vegetali alofile, tipiche degli ambienti salini, sopravvivono grazie alla capacità di accumulare soluti non tossici per la specie nel loro succo cellulare e di poter così assorbire acqua dall’esterno anche nelle paludi salmastre e sulle coste sabbiose. In alcune alofite la concentrazione di soluti è talmente alta che in passato alcune specie venivano raccolte per estrarne sostanze chimiche, come nel caso di specie del genere Salsola, da cui venivano estratte soda e altre sostanze per la produzione di detersivi e vetro.
Nella parte più interna e lontana dal mare, superata una fascia di prati falciabili fortemente condizionati dall’intervento umano, si trovano prati emersi con specie erbacee adattate ad ambienti non sommersi ma costantemente umidi, come la carice villosa (Carex hirta). Nella zona depressa, dove l’acqua è più dolce, profonda e persistente, si sviluppano specie tipiche di acque stagnanti come il ranuncolo acquatico (Ranunculus aquatilis), mentre ai margini la vegetazione è dominata dalla cannuccia di palude (Phragmites australis).
Al canneto si alternano aggruppamenti di ciperacee come la lisca marittima (Bolboschoenus maritimus), con sporadiche presenze di lisca maggiore (Typha latifolia). Ove aumenta la salinità dell’acqua si formano popolazioni di giuncacee, come il giunco pungente (Juncus acutus), comune sulle sabbie umide salmastre.
Di particolare interesse botanico è un frammento di salicornieto, ormai di dimensioni estremamente ridotte, costituito dalla salicornia (Arthrocnemum sp.), importante residuo della flora delle zone umide costiere, con marcata salinità del suolo (molte specie di salicornia abbondano nel delta del Po). Altre specie alofile presenti sono: il limonio comune (Limonium serotinum), l’enula bacicci (Inula chritmoides), il giunco marittimo (Juncus maritimus), la salsola soda (Salsola soda), la santolina delle spiagge (Otanthus maritimus).
Scarse e continuamente danneggiate, sull’arenile, le specie tipiche degli ambienti sabbiosi. Si osservano solo in aree localizzate fioriture di camomilla marina (Anthemis maritima) e dell’ombrellifera calcatreppola marittima (Eryngium maritimum). Lungo le coste, infatti, sono alcune specie di graminacee che, grazie a lunghi apparati radicali eccezionalmente vigorosi e ramificati, stabilizzano le dune rivolte verso la costa, creando così una barriera protettiva verso l’interno.
Tutti gli habitat più preziosi del Monumento Naturale (salicornieto, popolamenti di giuncacee e ciperacee, aree di nidificazione interne al canneto) sono, quindi, da considerarsi a rischio, per l’assenza di una sufficiente flora costruttiva che difenda la palude dall’arretramento della costa: popolamenti di graminacee tipiche della duna, come lo sparto pungente (Ammophila littoralis) e la gramigna delle spiagge (Agropyron junceum) sono quasi scomparsi per l’effetto sinergico di interventi antropici e fattori naturali.
La fauna
Le zone umide in ambienti mediterranei hanno subito una notevole contrazione, in particolare nel secolo scorso. Conseguentemente le aree residue svolgono un ruolo determinante per la nidificazione, la sosta, l’alimentazione e lo svernamento di diverse specie di uccelli acquatici e Passeriformi.
La Palude di Torre Flavia è di grande interesse sotto il profilo ornitologico: sulla riva del mare è ancora oggi possibile osservare gli uccelli di ripa, in gran parte migratori acquatici, visibili soprattutto in inverno e nei periodi di passo. Tra questi il voltapietre (Arenaria interpres), la beccaccia di mare (Haematopus ostralegus) e corrieri (Charadrius sp.).
Nelle acque salmastre, in cui predomina la salicornia, si può incontrare il corriere piccolo (Charadrius dubius), il fratino (Charadrius alexandrinus), il piro-piro piccolo e il piro-piro culbianco (Tringa sp.), oltre agli elegantissimi cavalieri d’Italia (Himantopus himantopus).
Varie specie di anatre popolano gli specchi d’acqua interni, tra cui il germano reale (Anas platyrhynchos), il codone (Anas acuta), la marzaiola (Anas querquedula) e l’alzavola (Anas crecca). Tra gli ardeidi, l’airone cenerino (Ardea cinerea) e la garzetta (Egretta garzetta). Tra i canneti è possibile osservare il migliarino di palude (Emberiza schoeniclus), il cannareccione, la cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) e il beccamoschino (Cisticola juncidis).
Tra i mammiferi è presente il toporagno d’acqua (Neomys fodiens). Regno di anfibi per eccellenza, ritroviamo la comune rana verde (Rana esculenta) e la raganella (Hyla intermedia), fra i rettili la biscia d’acqua (Natrix natrix).
L’area, per il suo isolamento da ambienti marini similari, risulta vulnerabile. La matrice paesaggistica circostante può intervenire (specie marginali, invasive, alloctone, antropofile) sulle preesistenze autoctone. Sono, infatti, facilmente osservabili Cornacchie grigie (Corvus cornix) ed altre specie marginali. La realizzazione di una stazione di inanellamento a scopo scientifico dell’avifauna migratoria, attiva dal 2001, oltre alla realizzazione di attività di censimento e stima della fauna con altre metodiche (mappaggio degli effettivi), sarà di ausilio alla redazione di una check-list del Monumento Naturale a scopi di conoscenza, conservazione, educazione ambientale.