Il territorio metropolitano di Roma presenta un territorio estremamente diversificato per quanto riguarda gli aspetti ambientali (geologia, idrogeologia, morfologia, flora, vegetazione e fauna, condizioni climatiche) e culturali. Le diverse tipologie bioclimatiche e litologiche presenti (da quelle più mediterranee a quelle più tipicamente montane) hanno dato luogo ad una complessità di sistemi naturali unici in tutto il bacino del Mediterraneo. Notevole anche la presenza, per quanto riguarda il patrimonio arboreo, dei grandi alberi che rappresentano un elevato valore non soltanto dal punto di vista strettamente botanico ma anche storico-culturale e paesaggistico. Fondamentale, pertanto, la necessità di avviare azioni di conoscenza, tutela e valorizzazione degli esemplari arborei notevoli presenti sul territorio provinciale rispondendo anche a quelle che sono i compiti istituzionali della Città metropolitana di Roma Capitale ovvero la protezione della flora e della fauna.
Agli inizi degli anni novanta l’allora Settore Ambiente dell’Amministrazione provinciale promosse un censimento degli alberi di pregio nelle aree verdi pubbliche o aperte al pubblico di tutti i Comuni dell’allora Provincia di Roma. L’indagine consentì di mettere in luce un patrimonio arboreo del tutto sconosciuto data la mancanza di studi specifici al riguardo. Vennero censiti 186 esemplari arborei appartenenti a 30 specie, 22 generi, 16 famiglie. Con il maggior numero di segnalazioni risultò il leccio (Quercus ilex) che ne totalizzò 54, seguito dal pino domestico (Pinus pinea) con 21, dal cedro del Libano (Cedrus libani) con 16, dalla roverella (Quercus pubescens) con 15, dal cipresso (Cupressus sempervirens) con 11. Le segnalazioni più numerose riguardarono alcuni Comuni dell’area dei Castelli Romani (Albano, Frascati, Ariccia, Grottaferrata) e a Tivoli, aree storicamente sedi di ville patrizie e di parchi.
Successivamente, con legge regionale 39/2002 viene istituito l’ Elenco Regionale degli Alberi Monumentali presso l’assessorato regionale competente in materia di ambiente (artt. 31, 32, 33 e 34). La stessa legge, indicando quali sono i criteri di monumentalità di un esemplare arboreo, non si è limitata a considerare esclusivamente età e dimensioni ma ha preseo in considerazione anche altri aspetti come la sua rarità botanica e il valore storico, culturale e paesaggistico.
Il progetto del censimento dei patriarchi arborei della Città metropolitana di Roma Capitale, proposto dall’ Associazione Patriarchi della Natura in Italia (www.patriarchinatura.it) ed avviato nel 2011 con un contributo economico da parte della Presidenza e dell’allora Assessorato alle Politiche dell’Agricoltura, ha avuto come fine quello di realizzare una nuova rilevazione dei grandi alberi presenti sul territorio provinciale, ivi comprese le piante da frutto che per età, dimensioni e rarità sono meritevoli di attenzione e conservazione.
I CRITERI DI SELEZIONE
La scelta degli esemplari da inserire nell’archivio non ha tenuto conto solo degli aspetti dimensionali, ovvero dell’aspetto monumentale dell’albero, bensì sono stati considerati anche una pluralità di altri parametri, quali in particolare il contesto ambientale in cui l’albero è inserito. Concetto ripreso anche dalla recente Legge nazionale n. 10/2013. Il criterio dimensionale, della circonferenza del fusto, non è stato infatti adottato in maniera univoca in quanto si è riscontrata una notevole disomogeneità del territorio. A fronte di aree e comuni dove la presenza di alberi di una certa dimensione è abbastanza frequente, vi sono altre zone assai povere e praticamente prive di vecchi alberi. In queste zone pertanto si è voluto inserire comunque una qualche pianta significativa per via della sua rarità, se riferita a quella valle o a quel comprensorio. Un esempio di tale criterio si evidenzia ad esempio fra l’area dei Monti Lucretili e quella dei Monti Simbruini, entrambe istituite come Parco regionale, relativamente alla specie faggio (Fagus sylvatica). Le faggete presenti sui Monti Lucretili sono in larga parte costituite da esemplari maturi e di notevole dimensione, tanto che i boschi che circondano le due depressioni carsiche del Pratone di Monte Gennaro e di Campitello, possono considerarsi “boschi monumentali” a tutti gli effetti, rientrando sicuramente nei parametri definiti dalla legge regionale per questa fattispecie. Anche sui Monti Simbruini sono presenti grandi e belle faggete, in particolare nei comuni di Cervara di Roma, Camerata Nuova, Subiaco, Jenne e Vallepietra, tuttavia la presenza di esemplari vecchi e monumentali è assai scarsa, forse in conseguenza del diverso tipo di governo (in prevalenza si tratta di boschi cedui) cui sono stati sottoposte queste foreste negli ultimi decenni. In questo contesto pertanto, gli esemplari di una certa dimensione, anche se non eccezionali, assumono comunque un valore aggiunto, dovuto appunto alla rarità riferita a quel determinato territorio. Infine non è stato trascurato l’aspetto botanico: in particolare riguardo alla rarità, intesa sia come rarità della specie in quel contesto territoriale, sia come rarità di esemplari di età e/o dimensione considerevole. Quest’ultima valutazione tiene conto del fatto che le varie specie arboree hanno caratteristiche e tassi di accrescimento assai diversi per cui occorre fare riferimento, di volta in volta, alle dimensioni massime che la specie può raggiungere. Valori assoluti anche modesti nella circonferenza del fusto possono quindi risultare rari ed eccezionali se rilevati su specie che normalmente non raggiungono grandi dimensioni e/o età elevata.
In alcuni casi gli alberi individuati presentano un valore aggiunto dato dall’aspetto fitosociologico, come per alcune stazioni cosiddette relitte, testimonianza delle consociazioni forestali di periodi climatici precedenti come, ad esempio, i tassi secolari (Taxus baccata) del Monte Semprevisa o ancora i boschi con associazioni botaniche di rilievo, come, ad esempio, la sughereta della Riserva naturale di Monte Catillo, la sughereta di Pomezia o la Macchia della Manziana nella quale sono stati individuati grandi esemplari di farnetto (Quercus frainetto), una quercia la cui distribuzione interessa il centro e sud Italia ma che non risulta mai essere particolarmente frequente e per la quale si rinvengono solo raramente individui monumentali.
I RISULTATI DEL CENSIMENTO
Nel corso del 2011, primo anno di attività del progetto, i tecnici dell’Associazione hanno effettuato sopralluoghi in oltre i due terzi dei 120 Comuni metropolitani di Roma (non considerando Roma Capitale) che hanno consentito di catalogare un numero elevato di esemplari arborei, dell’ordine di alcune centinaia.
Nella prima fase del censimento sono state 432 le rilevazioni effettuate mentre nel secondo anno di ricerca (2012) sono state censite altre 171 situazioni per un totale di 603 segnalazioni da intendersi come esemplare singolo, gruppo o filare. Benchè il numero dei grandi alberi che risulta da questo censimento sia sicuramente elevato, tale numero è sicuramente una sottostima di quelli effettivamente presenti sul territorio metropolitano.
La distribuzione sul territorio è risultata abbastanza eterogenea, con zone assai ricche a fronte di altre dove le ricerche non hanno dato esiti positivi. Sul totale di 120 comuni monitorati l’indagine ha dati riscontri positivi in 96 Comuni, nel cui territorio è stato censito almeno un esemplare. In 17 Comuni sono stati rilevati 10 o più entità arboree. Il mancato ritrovamento di esemplari arborei notevoli in diversi Comuni non significa necessariamente che questi non siano presenti ma che, al momento, non sono stati ancora rilevati.
Le specie più frequenti sono quelle appartenenti al genere Quercus con prevalenza, sia come numero di esemplari che di schede (ovvero rilevazioni comprendenti anche i gruppi e/o i filari) di querce del gruppo Quercus pubescens (roverella, ibridi e specie similari). Sempre al medesimo genere numerose le rilevazioni riferite al leccio (Q. ilex)., al cerro (Q. cerris), alla sughera (Q. suber) e alla farnia (Q. robur). La frequenza della roverella è del resto giustificabile essendo il territorio della Provincia di Roma particolarmente adatto, come condizioni pedoclimatiche, alla proliferazione di questa specie. Seguono, in ordine di frequenza il faggio (Fagus sylvatica) e il Pino domestico (Pinus pinea), quest’ultima specie è anche quella più frequente fra le gimnosperme. Sono discretamente rappresentati i platani (Platanus orientalis e Platanus hybrida) e i castagni (Castanea sativa), meno frequenti invece gli esemplari vetusti di bagolaro (Celtis australis), pioppo (Populus alba e Populus nigra), tiglio (Tilia spp.). Fra le aceracee la specie più frequente è l’Acero campestre (A. campestre), sono stati inoltre rilevati alcuni esemplari monumentali anche di Acero di monte (A. pseudoplatanus) e Acero napoletano (A. neapolitanum). Interessanti sotto il profilo botanico anche la presenza di alcuni esemplari eccezionali di carpino bianco (Carpinus betullus), betulla (Betula alba), ailanto (Ailanthus altissima), albero di Giuda (Cercis siliquastrum). Nella parte più meridionale della provincia sono inoltre presenti alcuni grandi esemplari di eucalipto (Eucalyptus spp.) testimonianza diretta della diffusione di questi alberi durante il periodo delle grandi bonifiche agrarie, essendo considerata al tempo specie rustica e balsamica in grado di migliorare la qualità dell’aria in quei territori paludosi e malsani.
Fra le conifere, oltre agli autoctoni cipresso comune (Cupressus sempervirens) e Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) sono da annoverare anche diversi esemplari monumentali di specie esotiche, da secoli introdotti nei parchi a scopo ornamentale, come il Cedro del Libano (Cedrus libani), il Cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica), le Sequoie (Sequoia sempervirens) e altre specie. Anche fra le gimnosperme da sottolineare la presenza di esemplari secolari di Tasso (Taxus baccata), specie relitta dei boschi termofili. Fra le specie di interesse agrario assai rilevante è la presenza dell’olivo (Olea europaea), specie coltivata da secoli in vaste aree del Lazio, come la Sabina. Di questa specie sono stati monitorati alcuni esemplari eccezionali, come quello conosciuto localmente con il nome di “O Livò” – “U Livò”, che vegeta in comune di Palombara Sabina (RM), e la cui età è stimata in circa un millennio. Fra le altre specie da frutto vanno inoltre segnalati alcuni vecchi esemplari di ciliegio (Prunus avium) e in particolare un gruppo composto da tre piante censito in comune di Velletri di dimensioni rilevanti, tali da essere considerati fra i maggiori della Regione e d’Italia. Fra le specie da frutto censite figurano anche alcuni esemplari di pero (Pyrus communis), mandorlo (Prunus dulcis), nocciolo (Corylus avellana), noce (Juglans regia). Fra i fruttiferi vengono inoltre considerati due esemplari di gelso (Morus spp.) anche se non particolarmente rilevanti, almeno rispetto ai gelsi secolari che si possono trovare in altre zone d’Italia, e anche l’unico esemplare di carrubo (Ceratonia siliqua) rinvenuto nel comune di San Vito Romano. Altra curiosità è stata la rilevazione di un corbezzolo (Arbutus unedo) di grandi dimensioni (di solito la pianta si presenta in forma arbustiva) nel comune di Velletri; presso un’abitazione privata, sempre a Velletri, all’interno dell’area dell’Istituto di ricerca, è presente un vecchio esemplare di avocado (Persea americana).
Nella seguente tabella sono riportati gli esemplari censiti per specie botanica.
NOME COMUNE | NOME SCIENTIFICO | ESEMPLARI |
Roverella | Quercus pubescens Willd. | 120 |
Leccio | Quercus ilex L. | 51 |
Faggio | Fagus sylvatica L. | 41 |
Pino domestico | Pinus pinea L. | 41 |
Cerro | Quercus cerris L. | 36 |
Castagno | Castanea sativa Miller | 27 |
Sughera | Quercus suber L. | 25 |
Olivo | Olea europaea L. var. europaea | 24 |
Platano comune | Platanus hybrida Brot. | 22 |
Cedro del Libano | Cedrus libani A. Richard | 21 |
Quercia (specie non identificata) | Quercus sp. | 20 |
Cipresso comune | Cupressus sempervirens L. | 20 |
Farnia | Quercus robur L. | 17 |
Acero campestre | Acer campestre L. | 13 |
Cedro dell’Atlante | Cedrus atlantica (Endl.) Manetti ex Carrière | 9 |
Sequoia sempreverde | Sequoia sempervirens (D. Don) Endl. | 8 |
Pino d’Aleppo | Pinus halepensis Mill. | 7 |
Tasso | Taxus baccata L. | 7 |
Pioppo nero | Populus nigra L. | 6 |
Ciliegio | Prunus avium L. | 5 |
Bagolaro | Celtis australis L. | 5 |
Carpino bianco | Carpinus betulus L. | 4 |
Fico | Ficus carica L. | 4 |
Acero di monte | Acer pseudoplatanus L. | 4 |
Farnetto | Quercus frainetto Ten. | 4 |
Pero selvatico | Pyrus communis L. | 4 |
Platano orientale | Platanus orientalis L. | 3 |
Alloro | Laurus nobilis L. | 3 |
Magnolia | Magnolia grandiflora L. | 3 |
Mandorlo | Prunus dulcis (Mill.) D.A. Webb var. dulcis | 3 |
Cedro (specie non identificata) | Cedrus sp. | 3 |
Acero napoletano | Acer opalus subs. obtusatum Gams | 2 |
Cipresso (specie non identificata) | Cupressus sp. | 2 |
Gelso bianco | Morus alba L. | 2 |
Noce | Juglans regia L. | 2 |
Robinia | Robinia pseudoacacia L. | 2 |
Salice bianco | Salix alba L. | 2 |
Vite | Vitis vinifera L. | 2 |
Acero americano | Acer negundo L. | 1 |
Abete rosso | Picea excelsa (Lam.) Link | 1 |
Agrifoglio | Ilex aquilifolium L. | 1 |
Ailanto | Ailanthus altissima Swingle | 1 |
Albero di Giuda | Cercis siliquastrum L. | 1 |
Araucaria del Queensland | Araucaria bidwillii Hook | 1 |
Betulla bianca | Betula pendula Roth | 1 |
Biancospino | Crataegus monogyna Jacq. | 1 |
Carpino nero | Ostrya carpinifolia Scop. | 1 |
Carrubo | Ceratonia siliqua L. | 1 |
Cedro dell’Himalaya | Cedrus deodara G. Don | 1 |
Ciliegio canino | Prunus mahaleb L. | 1 |
Corbezzolo | Arbutus unedo L. | 1 |
Criptomeria | Cryptomeria japonica (L. fil.) Don | 1 |
Edera | Hedera helix L. | 1 |
Eucalipto | Eucaliptus globulus Labill. | 1 |
Eucalipto rostrato | Eucaliptus camaldulensis Dehnh. | 1 |
Eucalipto (specie non identificata) | Eucaliptus sp. | 1 |
Glicine | Wisteria sinensis L. Sw. | 1 |
Ippocastano | Aesculus hippocastanum L | 1 |
Leccio-sughera | Quercus morisii Borzì | 1 |
Melo selvatico | Malus sylvestris Mill. | 1 |
Nocciolo | Corylus avellana L. | 1 |
Ontano nero | Alnus glutinosa Gaertn. | 1 |
Palma del Cile | Jubaea chilensis Bailon | 1 |
Palma della California | Washingtonia filifera H.Wendl. | 1 |
Pioppo bianco | Populus alba L. | 1 |
Pseudosughera | Quercus crenata Lam. | 1 |
Tiglio (specie non identificata) | Tilia sp. | 1 |
Nella tabella, sottostante, sono riportati, per Comune, il numero di esemplari di alberi notevoli censiti e le relative schede in formato pdf. Dalle rilevazioni non è stato preso in considerazione il territorio del comune di Roma Capitale. Testi e foto di alcune tra le più significative piante censite sono contenuti in un file allegato.
Nel corso del censimento sono stati individuati esemplari su aree recintate e non accessibili oppure sono stati censiti grandi alberi su aree private con il permesso del proprietario. Di questi alberi si riporta la descrizione generale ma non l’ubicazione. La relativa scheda sarà trasmessa al Comune di riferimento se espressamente richiesta.
Notizie di alberi notevoli che i tecnici incaricati del censimento non hanno potuto direttamente verificare o per i quali la ricerca non ha dato esito positivo sono riportati nella pagina delle SEGNALAZIONI. In questa pagina è possibile trovare anche le segnalazioni di grandi alberi che pervengono a questo Servizio da parte di privati cittadini e/o Associazioni.
Per informazioni relative al progetto: Servizio Aree protette, tutela della flora e della biodiversità – dr. Vincenzo Buonfiglio tel. 06/67663320 (v.buonfiglio@cittametropolitanaroma.it).