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Fucci: “La Città metropolitana di Roma non è il bancomat del governo”

25 Novembre 2016

Negli ultimi due anni la Città Metropolitana di Roma Capitale ha dovuto affrontare la trasformazione istituzionale a seguito della legge Delrio, e il pesante impatto dei tagli imposti dallo Stato, che ha prosciugato le risorse disponibili, necessarie per sostenere i servizi fondamentali e le spese di funzionamento dell’Ente e nonostante questo il bilancio di previsione 2016 è stato predisposto ed inviato al Consiglio metropolitano per la sua approvazione.

Si è passati dai 20 milioni di euro richiesti nel 2011 dallo Stato come contributo di finanza pubblica all’allora Provincia, ai 239 milioni di tagli del 2016 che quindi non possono essere utilizzati per fornire servizi ai cittadini di Roma e provincia.

“Le sofferenze di bilancio mettono a rischio la sopravvivenza di questo Ente – dichiara il Vice Sindaco della Città metropolitana di Roma Fabio Fucci – ci troviamo di fronte a un calo drastico degli investimenti per funzioni fondamentali quali strade e manutenzione delle scuole superiori, che passano dai circa 75 milioni del 2010 ai 5,5 del 2015 (oltre il 95%); per le scuole superiori, sempre nello stesso periodo si passa da 44 milioni di euro a 4 milioni di euro, per gli oltre 300 istituti scolastici dei 121 comuni del territorio, in cui tutti i giorni vivono i nostri studenti. A conti fatti ad ogni scuola andrebbero 20 mila euro annui, risorse che non bastano nemmeno a garantire il riscaldamento degli edifici. Per la viabilità, si passa da oltre 30 milioni di euro a 1 milione di euro, considerando che l’Ente gestisce circa 2000 km di strade.

Così non si può andare avanti – prosegue Fucci – l’esistenza di un Ente non si certifica con il pareggio di bilancio, ma con la forza economica di programmare investimenti e garantire servizi. Senza investimenti pluriennali e senza adeguata capacità di pianificazione, vuol dire mettere a rischio la sicurezza e perfino la salute di chi rappresentiamo.

È evidente – conclude Fucci – che la rotta deve essere invertita, per ridare respiro e capacità d’azione a questo Ente. Nonostante gli sforzi del nostro personale e l’impegno di tutta l’Amministrazione in tal senso, continuare a togliere risorse non è più accettabile e far mancare servizi essenziali ai cittadini non è da paese civile. Se non si interviene da subito con manovre correttive, dal prossimo anno il rischio dissesto sarà pressoché certo. Per questo interesserò il coordinamento delle Città metropolitane, presso l’Anci per portare al tavolo le nostre proposte, condividere un’azione comune ed impedire che la Città metropolitana diventi il bancomat del Governo ”.