I sentieri all’interno della Macchia di Gattaceca
All’interno del fitto bosco della Macchia di Gattaceca si possono individuare tre percorsi escursionistici principali, contraddistinti dai numeri di catasto del Club Alpino Italiano (CAI) 437 (sentiero giallo), 438 (sentiero blu) e 439 (sentiero rosso) che attraverso alcune varianti, si collegano tra loro sviluppando una rete di sentieri ben tracciati e facilmente percorribili a piedi e con qualche difficoltà, ma anche grande divertimento, in bicicletta. Il sentiero 436 (sentiero celeste) si sviluppa, invece, all’interno di Bosco Nardi.
Tutti i percorsi, descritti e cartografati nella nuova Carta sentieristica georeferenziata, della Riserva naturale della Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco permettono di inoltrarsi nella fitta formazione forestale che caratterizza questa parte dell’area protetta, la cui esistenza è documentata dalla cartografia storica sin dall’800. La vegetazione è ampiamente stratificata, con presenza nello strato arboreo di latifoglie decidue a dominanza di cerro e localmente di farnetto. Lo strato arbustivo sottostante è popolato da numerose specie quali, nella parte superiore, il carpino orientale, il corniolo, lo storace e nella parte inferiore il biancospino, il sorbo, il pungitopo. Anche lo strato erbaceo appare molto ricco: le fioriture di anemoni, viole, ciclamini e fragole rallegrano nelle diverse stagioni questo bosco ombroso, dove non mancano numerose varietà di funghi ed erbe officinali. La vegetazione è abbastanza uniforme come composizione e copertura in tutta la macchia; localmente risulta intricata e poco accessibile per la presenza di rovi e stracciabraghe. Si raccomanda vivamente di non abbandonare mai i sentieri.
La segnaletica presente lungo i sentieri della Riserva naturale è stata potenziata a partire dal mese di maggio 2017 dagli studenti del Liceo Scientifico dell’I.I.S. “Via Roma 298” di Guidonia e del Liceo Scientifico dell’I.I.S. “Piazza della Resistenza” di Monterotondo nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola lavoro, in collaborazione con il Club Alpino Italiano – Sezione di Monterotondo.
SENTIERO n. 438: sentiero blu nella cartografia – lunghezza km 2,6 – tempo di percorrenza 40 min – difficoltà medio/facile
Elevazione minima: 138 metri – Elevazione massima: 174 metri
Il sentiero 438 percorre da nord a sud la Riserva naturale nel territorio dei Comuni di Monterotondo e Mentana e, con le sue varianti 438A (lunghezza 380 metri) e 438B (lunghezza 1,7 km), si connette rispettivamente agli altri due sentieri principali della Macchia di Gattaceca rispettivamente il 437 (sentiero giallo nella cartografia) ed il 439 (sentiero rosso nella cartografia), consentendo così di effettuare dei percorsi ad anello. Il sentiero 438 può essere percorso da sud a nord con inizio dall’ingresso della Riserva di via Basento (nel comune di Mentana) seguendo le frecce segnavia, e gli appositi segni bianchi e rossi lungo il tracciato o, anche, essere intrapreso a circa metà percorso dall’ingresso della Riserva su via di Gattaceca (comune di Monterotondo) dove per un piccolo tratto, fino ad una radura attrezzata come area sosta e conosciuta localmente come “Piazza di Spagna”, si affianca al sentiero 439. Ai margini della radura i due sentieri si dividono; il proseguimento del sentiero 438 è stato dedicato alla memoria di Antonio Marcheggiani, volontario della Protezione Civile che perse la vita durante un salvataggio sui monti Lucretili. Proseguendo lungo il sentiero 438 in direzione sud si può osservare come il bosco a cerro tenda a diradarsi e lo strato arbustivo si impoverisce per azione del pascolo. Lungo il cammino si incontra un cippo, che segna il confine comunale tra Monterotondo e Mentana, e, dopo pochi metri, l’inizio della variante 438A di collegamento con il sentiero 437. Quindi il sentiero attraversa una piccola conca del terreno, all’interno del bosco divenuto più fitto, passa nelle vicinanze dei resti di una cisterna romana ed esce su un’ampia radura. Da qui una carrozzabile conduce all’area picnic in prossimità dell’ingresso di via Basento. Dall’ingresso di via di Gattaceca il sentiero 438 può essere percorso in direzione nord attraversando il fitto bosco di querce caducifoglie. Dopo circa 5 minuti di cammino la prima deviazione sulla vostra destra è quella del sentiero 439A che si riconnette al sentiero 439 con un tracciato semicircolare. Proseguendo sul sentiero 438 dopo circa 10 minuti di cammino si incontrano due deviazioni: il sentiero 438C (lunghezza 720 metri) che ridiscende verso via di Gattaceca in prossimità della sua congiunzione con via Reatina ed il sentiero 438B, in collegamento anche con il sentiero 439A. In prossimità della strada provinciale che da Mentana conduce a Castelchiodato il sentiero 438 passa vicino ai resti di un’altra cisterna romana, sebbene in cattive condizioni di conservazione. Qui il sentiero 438 si continua con la sua variante 438B, che consente di ritornare all’ingresso precedente con un percorso alternativo ad anello, oppure, una volta arrivati nell’area sosta di “Piazza di Spagna” scendere sempre lungo il sentiero fino all’ingresso di via Basento.
E’ possibile scaricare i file formato .gpx del sentiero 438 e delle sue varianti 438A, 438B e 438C
SENTIERO n. 439: sentiero rosso nella cartografia – lunghezza km 5 (andata e ritorno) – tempo di percorrenza 1 ora e 30 min – difficoltà medio/facile
Elevazione minima: 112 metri – Elevazione massima: 188 metri
Questo sentiero permette di attraversare la Macchia di Gattaceca seguendo un percorso alternativo, lasciando, comunque, la possibilità di immettersi sugli altri sentieri esistenti. Un possibile accesso al sentiero 439 si localizza su via di Gattaceca, con possibilità di parcheggio. Una comoda sterrata, in comune con il sentiero 438 (sentiero blu nella cartografia), conduce ad una radura attrezzata per pic-nic, conosciuta localmente come “Piazza di Spagna”. Il percorso prosegue dai margini della radura e si inoltra nel bosco. Dopo circa 10 minuti di cammino si giunge ad una biforcazione. La variante a sinistra, il sentiero 439A (lunghezza complessiva 1,1 km) offre la possibilità di collegarsi al sentiero 438B oppure di tornare al precedente ingresso seguendo un percorso ad anello. Lungo questo tratto, ai margini del cammino, si incontrano diverse doline carsiche, in passato utilizzate come calcare.
Se, invece, si sceglie di proseguire sul sentiero principale, mantenendosi alla destra del bivio, si intraprende un tragitto in lieve discesa. Dopo circa dieci minuti di cammino dal bivio precedente, si incontra un’altra biforcazione. A sinistra, inizia la parte circolare del sentiero 439 che scende in direzione della strada provinciale che collega Mentana con la sua frazione di Castelchiodato, per poi risalire. L’anello del sentiero può anche essere percorso in direzione opposta, proseguendo sul sentiero per altri dieci minuti fino ad arrivare ad un’area più aperta dove, alla vostra destra è possibile prendere il sentiero 437A che si collega al sentiero principale 437 (sentiero giallo nella cartografia). Continuando, invece, sempre lungo il sentiero 439, si inzia a costeggiare un impluvio e, in alcuni tratti, lo si attraversa. Quindi si cammina vicino al margine del bosco da cui si intravedono i campi coltivati circostanti fino ad arrivare sempre in prossimità della strada provinciale da dove si riprende il percorso di ritorno in leggera salita.
E’ possibile scaricare i file formato .gpx del sentiero 439 e della sua variante 439A
SENTIERO n. 437 : sentiero giallo nella cartografia – lunghezza km 4,1 (andata e ritorno) – tempo di percorrenza 1 ora e 15 min – difficoltà medio/facile
Elevazione minima: 151 metri – Elevazione massima: 203 metri
Si può percorrere questo sentiero, peculiare per le numerose doline espressione del carsismo che caratterizza tutto il territorio, iniziando dall’ingresso della Riserva di via Basento, nel comune di Mentana, (dove è anche possibile parcheggiare) in corrispondenza di un’area attrezzata per pic-nic. Dopo un breve tratto carrozzabile, che costeggia il bosco, si giunge ad una radura con una vista panoramica su Sant’ Angelo Romano, Monte Gennaro e Monte Morra. Da qui il sentiero si inoltra nella formazione forestale tipica della Macchia di Gattaceca. Dopo 5 minuti di cammino in lieve salita, superando il primo bivio a destra da cui inizia la prima variante di questo percorso, il sentiero 437C (o sentiero delle grotte, lunghezza 1,6 km) che permette di vedere dall’esterno due grotte ampie ma poco profonde che trovano all’interno della Macchia di Gattaceca. Le due cavità si aprono in una formazione calcarea che si presenta estremamente fratturata e con presenza di sacche di conglomerato parzialmente cementato; pertanto potrebbe sussistere il rischio di caduta di materiali dalle volte e, per questo motivo, è fatto divieto di accesso. Le cavità, che non appaiono comunicanti, presentano un piano di calpestio di terra abbastanza regolare che ricopre detriti rocciosi; si riscontra, in alcune parti, il gocciolamento di fluidi con sviluppo di concrezioni. All’interno, e soprattutto nell’area antistante gli ingressi delle cavità, sono presenti grossi massi derivanti dal crollo del versante sovrastante che presumibilmente in tempi passati era più sporgente e poteva anche costituire il soffitto di una cavità più ampia.
Continuando lungo il sentiero 437 si raggiunge, poco dopo, una ulteriore biforcazione da cui si parte la variante 438A che si collega al sentiero 438 (sentiero blu nella cartografia). Continuando sul percorso, dopo circa 15 minuti di cammino, si incontra sulla sinistra la variante 437A, lunga circa 180 metri, che raccorda con il sentiero 439 (sentiero rosso nella cartografia); quindi il sentiero 437 procede con andamento regolare fino ad incontrare, alla vostra sinistra, l’inizio del sentiero 437B (lunghezza circa 640 metri). Questo percorso permette di osservare, all’interno di un’area fittamente boscata cosparsa di materiale edilizio antico che denota l’estensione di una grande villa romana, una cisterna ipogea ben conservata e, distante alcune decine di metri, una seconda costruzione anche’essa crollata. La cisterna, databile in età imperiale, è costituita da due lunghi ambienti rettangolari affiancati, in opera cementizia, coperti con volte a botte e rivestiti di intonaco idraulico (cocciopesto). Della costruzione, databile al I-II sec. d.C., di forma rettangolare, si scorge il perimetro costituito da un muro eretto controla roccia, rivestito in opus reticulatum. L’interno è ingombro dei crolli delle volte, i quali formano due linee parallele di grandi massi murari.
Continuando invece lungo il sentiero principale, una decina di metri dopo l’inizio del sentiero 437B, deviate verso destra nel punto dove un freccia segnavia segnala la direzione per Monte San Francesco. Seguendo gli appositi segnavia bianchi e rossi e superando un ceppo in pietra che segna il confine tra i comuni di Monterotondo e Mentana, si giunge senza difficoltà in prossimità della grande dolina carsica completamente ricoperta di vegetazione denominata Buca di San Francesco (conosciuta localmente anche come “Pozzo secco”) che viene costeggiata procedendo in senso antiorario. Vicino il margine della dolina, sulla destra del sentiero, si possono osservare, in modo apparentemente inaspettato, i resti di una costruzione romana ben conservata, anch’essa ipogea con ingresso a volta, sicuramente usata come cisterna. Una volta terminato il giro intorno alla Buca di San Francesco, sempre seguendo gli appositi segnavia, si può intraprendere il percorso di ritorno e ritornare all’ingresso della Riserva su via Basento oppure spostarsi sugli altri sentieri dell’area protetta.
E’ possibile scaricare i file formato .gpx del sentiero 437 e delle sue varianti 437A, 437B e 437C
Il sentiero all’interno di Bosco Nardi
SENTIERO n. 436: sentiero celeste nella cartografia – lunghezza km 4,1 andata e ritorno – tempo di percorrenza 1 ora e 15 minuti – difficoltà medio/facile
Elevazione minima: 144 metri – Elevazione massima: 238 metri
Questo sentiero attraversa Bosco Nardi (indicato come Bosco di Nardi nella cartografia ufficiale), noto anche come Bosco di Grotte Cerqueta, con un percorso ad anello che segue i dislivelli del colle su cui si estende questa parte della Riserva naturale. Il bosco ha un’estensione di circa 40 ettari ed è compreso nel territorio del Comune di Sant‘Angelo Romano. Si può accedere sia da via Colle Giochetto (traversa di via Palombarese, ingresso lato nord del Bosco) che da via dello Stagline (ingresso lato sud del Bosco). E’ possibile lasciare l’automobile in prossimità dei due ingressi.
Entrando da via dello Stagline, proponiamo di percorrere il sentiero seguendo la direzione di destra, costeggiando il muro di cinta di una villa privata e giungendo ad una prima radura dove si può godere di un punto panoramico sul paesaggio circostante. Qui, come nelle altre parti sommitali del colle, la vegetazione è di tipo arbustivo e si caratterizza per la presenza di specie termofile come l’ilatro (Phillyrea latifolia), l’albero di Giuda (Cercis siliquastrum), l’acero minore (Acer monspessulanum). Il sentiero continua in discesa inoltrandosi nel bosco che diviene più fitto, con dominanza di cerro accompagnato da acero oppio nella parte arborea e, nella parte arbustiva-erbacea, pungitopo, edera e gigaro (Arum italicum). L’elemento botanico di maggior interesse dell’area è tuttavia la ricchezza di orchidacee: sono state osservate 25 diverse specie. All’interno del bosco è possibile visitare Grotta Cerqueta, a cui si giunge seguendo una deviazione sulla destra del percorso principale, dopo una repentina curva a sinistra del sentiero. Questa è una cavità di origine carsica con un’ampia volta sorretta, nella parte terminale, da una un’imponente colonna calcarea.
Continuando a percorrere il sentiero 436 seguendo gli appositi segnavia bianchi e rossi, si arriva ai margini del bosco e in prossimità del cancello posto sul lato nord del bosco in prossimità di via di Colle Giochetto. Volgendo a sinistra e continuando a percorrere il sentiero, si segue un’ampia sterrata in salita con alcune piazzole attrezzate per pic-nic e per piacevoli soste, fino a tornare all’ingresso posto su via dello Stagline.
Bosco Nardi è anche incluso nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) IT6030015 “Macchia di Sant’Angelo Romano”, individuata dalla Regione Lazio, in attuazione della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” finalizzata alla tutela degli habitat e delle specie animali e vegetali minacciate nel territorio dell’Unione Europea.
E’ possibile scaricare il file formato .gpx del sentiero 436